lunedì 5 maggio 2008

musica per musica per treequattordici

se il mondo fosse una persona, l’africa sarebbe il corpobraccio, l’asia il cuoreanima e l’europa il cervellomente.

africa → istinto
asia → sintesi
europa → analisi

è un bene? è un male? è!

sapere i propri limiti e come poterli superare è un bene. questo si.

io sono europeo. io sono italiano. sono stato cresciuto così, un po’ dall’italia, ma un po’ anche dalle mie cellule che sono europee/italiane anche loro.

ragiono su tutto. se non capisco una cosa, quella cosa non esiste. perfetto per la scienza. limitato per l’arte. eppure tutta la nostra arte è fatta di chip e radici quadrate con lo spigolo. la danza classica ha dato il nome ad ogni passo che deve essere fatto così, altrimenti non è QUEL passo. la pittura ha delle tecniche che altrimenti sennò non è pittura. ma la musica? la musica è matematica! si misura, si divide per quattro e moltiplica per sedici. le note si sommano e si sottraggono e il risultato (scritto a rovescio in fondo pagina per il canone inverso) si calcola secondo un testo di armonia e uno di ritmo. ritmo significa che si può dividere per due o per tre, armonia che si può esprimere secondo matrici intere. matematico, no? e il nostro strumento per eccellenza? il pianoforte. santo, eterno, indistruttibile. ha le note tutte in fila, come soldati bianchi e neri sull’attenti pronti a rispondere ad ordini precisi. una nota stonata è un ammutinamento e va punito con un’accordatura repentina e selvaggia: ritorna in fila, tu! insubordinato!

maccerto che va bene! va bene anche a me che sono europeo da quando ero spermatozoo. figurati che, non soddisfatto, ho inventato una teoria per la forma d’onda, ho inventato un computer per ascoltarla, scomporla, studiarla e riprodurla. e ora non solo ho una teoria per le note, ma ne ho una per il suono e anche per il rumore. grazie al mio essere cervellomente, ho potere praticamente su tutta la musica/suono/rumore. ma non devo dimenticare che forse dovrei prendere un po’ di cuore a prestito, perché tutte queste armi e tutta questa mia conoscenza ancora la uso solo per riprodurre il suono del pianoforte, per mettere in colonna delle note e in fila delle matrici. ho tutto, ma non uso niente.

perdonate la timidezza.

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