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lunedì 10 novembre 2008

manifesto della mostra d'arte

mostra d'arte è un'espressione che non DEVE più esistere. l'arte non fa mostra di sé. l'arte è comunicazione. l'arte dice, insegna e contemporaneamente ascolta e impara.

d'ora innanzi chiameremo mostra che non si mostra,
o in forma abbreviata mostra non mostra
o ancora più brevemente monomo
ciò che precedentemente era indicata come mostra d'arte e prendiamo le distanze da chi ancora si ostina a spacciare per arte prodotti commercia(bi)li.
(in attesa di eliminare completamente la parola mostra dal nome)

una mostra non mostra
propone
nuovi strumenti comunicativi
nuove visioni e nuovi punti di vista della realtà
nuove riflessioni

ad una mostra non mostra l'(artista)->creA(t)tore è sempre presente e
aspetta
partecipazione attiva dal visitatore
il punto di vista del visitatore
un visitatore che non è più visitatore
ma indistiguibile dall'artista
la cui funzione creAt(t)iva è soprattutto
uno stimolo alla creAzione del visitatore

se dopo la tua partecipazione
la tua vita è cambiata o è pronta a cambiare
hai imparato qualcosa di nuovo
hai insegnato qualcosa di nuovo
sei stato ad una monomo

l'(artista)->creA(t)tore net.futurista è parte di un gruppo e in gruppo crea
non fa sfoggio del proprio nome
ma del nome del gruppo di cui fa parte (net.futurismo)
non si vanta di ciò che ha creato
ma è curioso della tua reAzione
quando, a sua volta, diventa Azione.

se dopo la tua partecipazione
hai comprato qualcosa di intonato al tuo salotto
hai comprato qualcosa che impressionerà i tuoi amici
hai sussultato davanti al nome del dio-artista
hai assentito incosciente ignorante al suono delle vuote.parole critico.adoranti
hai trattato sul prezzo
hai valutato un'opera d'arte
sei stato ad una mostra d'arte passatista
della quale noi non riusciamo a vedere la differenza
dal supermercato del mobile o il mercatino delle pulci

l'arte che si vende,
l'arte che si valuta,
l'arte che si porta a casa
è indistinguibile
da un chilo di pasta (ma questo si mangia!)
o una casa in periferia (ma qui ci si vive!)

e le passatiste mostre d'arte
d'ora innanzi saranno chiamate
supermercati dell'oggettistica da salotto
e le performance vuote di contenuti
varietà da sabato sera in prima serata

lunedì 20 ottobre 2008

l'utilità delle macerie

roma è piena di macerie. l'italia è piena di macerie.
pazienza.
ormai ci siamo abituati. abitudine. tolleranza. adorazione.
l'adorazione delle macerie è una pratica che ci scandalizza. incomprensibile, se non si ricorre alla solita tecnica dell'irragionevole abitudine.
siamo pronti a dare un senso a questa inutile anticaglia che deturpa i paesaggi delle nostre belle città italiane. a cominciare dal colosseo, simbolo mondiale dell'ostinazione al sedersi al tramonto sulla sedia a dondolo con pipa e copertina sulle ginocchia ricordando, rimpiangendo, rimorsando.
pietra su pietra smonteremo queste antiche e inutili convinzioni. sasso dopo sasso impediremo ai nostri figli di perpetrare i nostri assonnati errori.
quello che serve ora per ammorbare turisti con stanchi ohh falsamente ammirati, sarà riassemblato e risagomato pezzo dopo pezzo per accogliere e trasformare la potenza del vento in energia al servizio dell'uomo, in possibilità di compiere nuovo e maggiore lavoro, in tutto.
come si vede nel manifesto della prima (non)mostra net.futurista, a fianco della pala eolica composta dal colosseo deframmentato, troneggia il concetto di arte alternativo che, attraverso al parallelo con energia alternativa, si arroga il diritto di regalare all'uomo nuovo il vero futuro, scrollandosi di dosso la mercificazione e l'omologazione dell'arte contemporanea fintavanguardia veraccademica.
quando l'uomo scoprì il fuoco era poco più che una scimmia. la tecnologia ha fatto passi titanici in avanti. sempre più velocemente. termodinamica, elettronica, meccanica quantistica. eppure queste scimmie ancora imperano con la loro imbecillità, ancora si brucerebbero i loro stessi arti pur di non rinnegare il passato. non è più tollerabile. le scimmie che adorano il fuoco non devono più guidare il destino dell'uomo, devono tornare al loro posto nei boschi, nella giungla o in uno zoo, se vogliono tentare di integrarsi.
che il colosseo sia solo un'inizio. riempiremo di trasduttori di energia ogni palazzo, ogni strada, ogni monte e ogni spiaggia. ci nutriremo di energia dalle girandole dei bambini. costruiremo spiagge di silicio nero nelle quali potremo finalmente davvero prendere il sole. giocheremo a calcio su campi fotovoltaici e riempiremo festosi e colorati palloncini di elio della fusione nucleare fredda.
ogni anno andremo tutti in pellegrinaggio a roma, nuova capitale d'italia, e ci inchineremo di fronte a urano, padre di tutte le ciclopiche torri eoliane, maestoso tempio di dieci chilometri di altezza le cui pale grondanti energia sfiorano le stelle; tempio dedicato al futuro dell'uomo, al futuro dell'energia, al futuro delle possibilità.